Giorni di esposizione
La mostra, allestita presso il Jiushi Art Museum, presenta le opere di un gruppo di artisti francesi del XX e XXI secolo che hanno sfidato ogni tentativo di classificazione. Naïf, primitivi, arcaici, istintivi, sentimentali, autodidatti, popolari, dilettanti, provinciali, moderni o antimoderni, ogni etichetta comporta un elemento di pregiudizio o di inconsapevole condiscendenza. Oggi, questi dubbi e lacune continuano a tormentare ogni curatore che voglia dedicare una mostra all'opera di Henri Rousseau, Séraphine Louis, André Bauchant, Camille Bombois, Dominique Peyronnet, Louis Vivin, René Rimbert, Jean Ève e Ferdinand Desnos, artisti che sono senza dubbio tra i segreti meglio custoditi dell'arte moderna.
Come definire questi artisti autodidatti, isolati e solitari che, liberi dai vincoli della teoria, si sono trovati ai margini della storia? Queste personalità uniche, la maggior parte provenienti da ambienti della classe operaia, che vedevano nell'arte un modo spontaneo di rappresentare il mondo, senza pregiudizi o scopi se non quello di condividere la propria visione intima del mondo, autentica e folgorante. Attraverso la creazione di un mondo senza tempo, mitico ed estatico, questi loro scatti trascendono la storia e il linguaggio. Tuttavia, ciò che incanta di questi paesaggi urbani e marini, scene domestiche, ritratti di persone care e nature morte non è tanto lo stile narrativo primitivo, quanto la sfrenata immaginazione di artisti che non sono stati costretti dalle limitazioni di genere. Con una sorprendente sicurezza di sé e un'abilità fuori dal comune, i loro dipinti catturano la nostra attenzione. Non potendo nascondersi dietro a una particolare scuola, gli spettatori sono liberi di sperimentare pienamente il dipinto dalla loro personale prospettiva. È la natura cruda di questi dipinti ad avere un impatto così forte su di noi: gli schemi di colore audaci e caotici, la sfida alle convenzioni compositive e il totale rifiuto per le regole della prospettiva e delle proporzioni.
Sebbene non abbiano frequentato scuole o botteghe di maestri, la loro immaginazione è stata alimentata dai media: stampa, libri illustrati, cataloghi e cartoline hanno dato loro accesso a un'intera biblioteca di immagini. Sebbene non si conoscessero tra loro e le loro opere non venissero mai esposte insieme, alcuni esponevano le proprie creazioni nei saloni e altri erano patrocinati da collezionisti e critici influenti. Tra questi, Picasso, André Breton, Le Corbusier, Wilhelm Uhde, Maximilien Gauthier, Jeanne Bucher e Dina Vierny, che dopo la Seconda guerra mondiale avrebbe aperto una propria galleria per esporre l'arte primitiva e avrebbe organizzato la mostra "Le Monde Merveilleux des Naïfs" nel 1974.
La mostra rende omaggio a tutti i collezionisti che si sono impegnati a sostenere questi artisti e a preservare le loro opere contro ogni previsione.
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