Making of
Curatori, architetti, trasportatori, light designer, falegnami, carpentieri, assicuratori, courier, comunicatori.
Prima che apra una mostra si mette in moto un mondo complesso e meraviglioso di professionisti che ognuno con le sue competenze opera perché il risultato finale sia il migliore.
Scopri le loro storie.
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Cesare Mari
Co-fondatore di PANSTUDIO architetti e associatiCerto l’opera. Ma in quale contesto? Come cioè la vedono e percepiscono i visitatori? È questo un elemento fondamentale per la fruizione di una mostra. Per questo è nostra cura lavorare sempre con i migliori architetti tra i quali Cesare Mari, veterano del settore, e di cui potete sentire storia e racconti dal video qui sopra.
Un architetto che si occupa di allestimenti museali o espositivi sa bene che ogni mostra è a sé ma che sempre il fine è valorizzare le opere e renderle fruibili al meglio per il pubblico. Sa anche che il suo lavoro non può essere autonomo rispetto a quello dei curatori che selezionano e scelgono le opere e che decidono con quale criterio esporle (per temi, per cronologia, per contrasti e via discorrendo) e con tutte le altre maestranze a cominciare dal light designer.
Riesce immediatamente a capire se un luogo-contenitore – in Italia quasi tutti gli spazi espositivi sono all’interno di edifici storici - può essere in sintonia o in contrasto con il contenuto e decidere se sfruttarlo o renderlo meno invasivo. Un buon architetto è anche un visitatore di mostre, che si nutre delle competenze altrui e che è aggiornato su tutti gli altri apparati di mostra (dalle didascalie, ai device, alla musica alle soluzioni immersive) e soprattutto sa che il pubblico è eterogeneo: giovani, anziani, specialisti, semplici appassionati. Sa bene quindi che un visitatore si deve sentire accolto e non respinto, deve divertirsi e anche imparare.
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Antonio Addari
Amministratore Delegato di ArteriaOgni giorno sulle nostre teste passano aeroplani diretti in tutto il mondo. Così come accanto a noi in autostrada transitano i camion. In alcuni di essi viaggiano anche le opere d’arte dirette alle prossime esposizioni. Un viaggio curato nei minimi dettagli perché partano e arrivino in sicurezza. Arteria è la più grande e conosciuta società di movimentazione e trasporto opere, leader nel settore della logistica per l’arte, che opera da oltre 20 anni e alla quale ci affidiamo per le nostre esposizioni. È una struttura che contempla personale specialistico che lavora all’interno di magazzini protetti, sui camion, nelle falegnamerie e nei laboratori di imballaggio con sei sedi sul territorio italiano. Con il tempo anche questo settore si è evoluto, trovando soluzioni sempre più sicure e di qualità, oggi utilizzando anche nuove tecniche tra cui la digitalizzazione.
Il primo step per ogni viaggio è la valutazione del rischio che contempli tutti gli imprevisti possibili. La conservazione dell’opera e il mantenimento del microclima sono i due elementi di massima cura. Per questo a volte le opere restano nelle casse prima di essere esposte anche 72 ore. Per questo Arteria ha uno staff anche a Malpensa che non può intervenire direttamente sulla movimentazione, ma si assicura che venga fatta nella maniera migliore. A volte occorre anche trovare una soluzione ad hoc. Come nel caso della cassa per l’affresco pompeiano che da Napoli arriverà a Bologna: è stata realizzata con una parte staccabile nella parte alta che verrà tolta solo all’arrivo al museo per consentirle di entrare nell’area espositiva. Molte sono le storie come questa. Ascoltatele dalla voce di Antonio Addari nel video sopra.
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Serena Tellini e Francesco Iannone
Fondatori dello Studio ConsulineUn’opera la si vede, ma prima ancora la si percepisce. Solo che la percezione deriva dalla latitudine e dalla longitudine del luogo in cui siamo nati. Eppure per tutti noi non solo un’azione reale ma anche un’azione rappresentata può attivare nei nostri neuroni la partecipazione a quel che stiamo osservando in maniera altrettanto profonda. E questo lo si ottiene usando l’illuminazione, come ben sanno gli esperti di Studio Consuline, nostri partner per le esposizioni e che hanno messo a punto il famoso metodo Monza.
Enormi son stati i progressi in questo settore e la luce è diventata dinamica come gli esseri umani. La luce, ferma, fissa, unica e uniforme è figlia del 900, oggi invece si “muove” anche per merito degli illuminotecnici o light designer. Si muove in termini di colore, spettro e intensità per arrivare alla massima qualità. La ricerca costante e gli studi specialistici aiutano e migliorano il lavoro di questa preziosissima categoria di persone ma a volte, come racconta Francesco Iannone, co-fondatore di Studio Consuline, è il caso a far scoprire nuove e inedite soluzioni, come per il famoso metodo Monza che a contribuito a renderli leader nel mondo. Poi c’è lo studio costante, il confronto con gli allestitori e i curatori per esaudire i desiderata.
Come nel caso della testa di Medusa per la quale si chiedeva di poterla vedere esattamente come la si vede con lo scorrere delle ore del giorno. Come dicono loro, non ci sono opere facili o difficile da illuminare ma solo opere da godere appieno, con tutti i nostri sensi. Per loro la luce è perfetta quando riesce a interpretare la volontà dell’artista e si fa perfetto gregario, quello che però consente la volata finale e la vittoria del ciclista.