Giorni di esposizione
La mostra, curata da Ester Coen, propone innumerevoli contaminazioni culturali, antropologiche, etniche, artistiche e spazio-temporali. Le opere di Matisse sono un centinaio e a queste sono affiancati lavori e oggetti provenienti da varie epoche e terre lontane (molti sono conservati al Museo Luigi Pigorini): kimono, maioliche, tappeti, costumi, maschere africane etc, ovvero l’orizzonte visuale di Matisse. Gli arabeschi, i disegni dei tessuti, sono i suoi archetipi. Discende da una famiglia di tessitori e i suoi più importanti collezionisti sono imprenditori-mercanti tessili della Russia imperiale. Una parte della mostra è dedicata alla danza, peraltro raffigurata nei dipinti più famosi dell’artista. Non è casuale che in una intervista del 1952 Matisse dichiari: «L’arabesco si organizza come una musica». Nei suoi disegni semplici ed espressivi, come le Due donne, i volti o i nudi femminili diventano arabesco, ornamento.
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