Giorni di esposizione
La mostra “Keith Haring” è un’occasione importante per conoscere da vicino l’artista statunitense, universalmente riconosciuto tra i padri della street-art, che proprio a Pisa ha soggiornato nel 1989 per dipingere il famoso murale “Tuttomodo”, il monumentale dipinto che occupa – unico in Italia - una superficie di 180 metri quadri su una facciata del convento di S. Antonio, e considerato a tutt’oggi il suo testamento artistico.
Saranno esposte – per la prima volta in Europa – oltre 170 opere, provenienti dalla Nakamura Keith Haring Collection, la collezione personale di Kazuo Nakamura, che si trova nel museo dedicato all'artista, in Giappone.
L’esposizione ripercorre l’intera carriera artistica di Haring – molte serie quali Apocalypse (1988), Flowers, (1990), grandi opere su tela come Untitled (1985) – e indaga l’ampia gamma di tecniche espressive – pittura, disegno, scultura, video, murales, arte pubblica e commerciale. Si parte dai suoi primi disegni in metropolitana, i noti e acclamati Subway Drawings, 1981-1983, e si arriva fino alle serigrafie intitolate The Bluprint Drawings, la sua ultima raccolta su carta, pubblicata nel 1990, un mese prima della sua morte.
Haring si è sempre impegnato attraverso i suoi lavori a sensibilizzare il pubblico su temi quali l’energia nucleare, l’era tecnologica, la salvaguardia dell’ambiente, il razzismo dilagante, l’uso delle droghe e la prevenzione contro l’AIDS. Ha sempre cercato il modo di fondere ciò che è riconosciuto come arte con la vita di tutti i giorni.
Simbolo indiscusso della cultura e dell’arte pop degli anni Ottanta, le opere di Haring sono familiari e note anche a chi non sa niente di lui: i suoi omini stilizzati e in movimento, i suoi cuori, i suoi cani e i suoi segni, sono nel nostro immaginario collettivo.
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