Giorni di esposizione
Masterpieces from the National Gallery of Modern and Contemporary Art of Rome
Per celebrare l’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, con il supporto del Consolato Generale d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura a Shanghai, presenta per la prima volta al pubblico cinese 57 capolavori provenienti dalle proprie collezioni.
In un susseguirsi di opere che vedono rappresentate le grandi correnti artistiche – dall’Impressionismo al Cubismo, dai movimenti astratti al Simbolismo, dal Surrealismo al Futurismo, solo per fare alcuni esempi – la mostra a Shanghai propone una selezione di opere iconiche che guidano lo spettatore in uno straordinario viaggio nell’arte contemporanea. Si tratta di capolavori che raramente hanno lasciato le pareti della Galleria Nazionale, come Le tre età della donna (1905) di Gustav Klimt, o le straordinarie Ninfee Rosa (1897-99) di Claude Monet e il grande Nudo Sdraiato (1918-19) di Amedeo Modigliani.
Un itinerario poliedrico che vede non solo l’intersecarsi di illustri autori italiani che hanno fatto la storia dell’arte – con opere come il Ghetto di Firenze di Telemaco Signorini (1882), o il Prato fiorito di Giuseppe Pelizza da Volpedo (1900-1903), o ancora il Ritratto all’aperto (1902) di Giacomo Balla, l’Ettore e Andromaca (1924) di Giorgio De Chirico, il Ritratto di Benedetta Marinetti (1928) di Enrico Prampolini, fino al Concetto spaziale. Attesa (1959) di Lucio Fontana – ma anche la presenza di artisti internazionali del calibro di Vincent van Gogh presente con l'Arlesiana (1889-1890), Paul Cezanne con il Cabanon de Jourdan (1906), Marcel Duchamp con l’ironico Porte-chapeau (1917), Man Ray con la Venere (1937), e ancora, vengono esposte due opere datate 1937 e 1950 di Jackson Pollock, il Compianto degli Amanti (1953) di Joan Mirò, fino ad arrivare ai Four White Discs Red Rubber (1970) di Alexander Calder.
Il visitatore viene condotto da una modernità all’altra attraverso un percorso organizzato tematicamente, abbandonando la linearità storica, per offrire una visione che dispiega le opere su un piano sincronico e apre a molteplici possibilità di lettura della produzione artistica. Un’impostazione intenzionalmente legata al criterio utilizzato nel processo di riorganizzazione e riallestimento delle sale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Il progetto, avviato nel 2016 dalla Direttrice Cristiana Collu e dal titolo Time is Out of Joint (che cita i versi dell’Amleto di William Shakespeare), sonda l’elasticità del concetto di tempo, un tempo non lineare, ma stratificato, frammentato, in cui le opere, che si presentano come sedimenti, intrecciano nuove e inaspettate relazioni tra loro.
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